PAROLA A..: FRANCESCO TURDO' E SAMUELE SCAFETTA

15-05-2020 12:46 -

Diciannovesima puntata per la nostra rubrica "Parola a..", in cui intervistiamo i tanti ragazzi del settore giovanile della Bacigalupo Vasto Marina. Tocca a due rappresentanti dei nostri allievi regionali: Francesco Turdò e Samuele Scafetta, entrambi classe 2003. Francesco è arrivato con grande entusiasmo nell'estate 2019, segnando anche un paio di gol in questa stagione e risultando molto prezioso per il raggiungimento dell'obiettivo della fase d'élite. Samuele invece è con noi dal 2015: probabilmente la sua stagione più positiva è stata quella del 2016-2017 (da sotto-età con i giovanissimi regionali), poi un po' di discontinuità gli ha impedito di esprimersi al massimo, soprattutto nelle ultime due annate. Per entrambi i ragazzi, in questa stagione, c'è stata anche la soddisfazione di esordire nel campionato juniores d'élite. Andiamoli a conoscere meglio.

Buongiorno ragazzi! Il Coronavirus ha cambiato la routine di tutti, condizionando parecchio le nostre abitudini. Come state trascorrendo questo periodo?
Francesco Turdò. Purtroppo questo virus ci ha privati della nostra quotidianità nell'ultimo periodo; per quanto riguarda le attività che svolgo, cerco di allenarmi tutti i giorni.
Samuele Scafetta. È un periodo davvero difficile, nel quale ognuno di noi deve fare la sua parte per non permettere la diffusione di questo virus, anche se non è facile per nessuno restare in casa. Dopo le lezioni mattutine, spesso mi capita di guardare programmi televisivi riguardanti lo sport, è impossibile vivere senza, e nel pomeriggio spesso trovo il tempo per praticarlo giocando a calcio e a basket.

Il calcio rappresenta un pezzo importante nelle vostre vite. Quanto vi manca giocare e respirare il clima partita con i vostri compagni di squadra?
Francesco Turdò. Forse è la cosa che manca di più a tutti: dal ridere e lottare con i propri compagni, passando per il discorso del mister prima della partita e per il riscaldamento, fino alle trasferte e a tutto quello che succede nello spogliatoio.
Samuele Scafetta. Questa mancanza dal calcio, ma ancora di più dallo spogliatoio e dal vedere i compagni, è pesantissima: capisco ancora di più quanto non si possa fare a meno di questo sport e di quanto mi abbia legato ai miei compagni. Purtroppo ho perso due anni abbondanti anche a causa di problemi fisici, ma adesso sto bene e non vedo l'ora di tornare sul campo una volta finita l'emergenza.

Ci raccontate com'è stato il vostro primo impatto con la nostra società? Come vi siete trovati nel nostro ambiente?
Francesco Turdò. Come primo impatto mi sentivo un po' spaesato, forse per il fatto di essere passato in una nuova società dopo aver giocato per tre anni nel San Salvo, ma ad essere sinceri fin da subito mi sono sentito a mio agio sia con i miei compagni sia con il mister Brognoli e con la società.
Samuele Scafetta. Sono stato convinto da alcuni amici e compagni di scuola a cambiare sport e ad aggregarmi alla Bacigalupo: ho avuto subito un ottimo impatto nella categoria esordienti, poi mi sono divertito molto anche nella stagione successiva da sotto-età con i giovanissimi regionali, un campionato nel quale sono arrivate le prime soddisfazioni. Ho molti rimpianti per quest'anno in cui avrei dovuto dare qualcosa in più ai miei compagni, al mister e alla società, ma soprattutto avrei potuto dimostrare qualcosa in più a me stesso.

Quest'anno avete disputato un campionato positivo con gli allievi regionali, ottenendo la qualificazione alla fase d'élite. Come giudicate il cammino della squadra? In quale partita, secondo voi, c'è stata la vittoria che ha dato la spinta decisiva per il raggiungimento dell'obiettivo?
Francesco Turdò. Sì, tutto sommato è stato un campionato positivo, ma purtroppo ci siamo dovuti fermare proprio nel momento “caldo” della stagione: a parer mio potevamo dire ancora la nostra nella fase d'élite. La partita che secondo me ha dato la spinta giusta alla squadra è stato il pareggio per 1-1 nel derby giocato in trasferta: anche se non è stata una vittoria, lì abbiamo capito che potevamo giocarcela contro tutto e tutti.
Samuele Scafetta. Il cammino di quest'anno è stato fantastico, con un gruppo che fin dall'inizio ha dimostrato grande affiatamento, voglia di dimostrare e amicizia l'uno con l'altro: anch'io personalmente ho conosciuto molti ragazzi con i quali ho legato molto. Dopo la sconfitta nella prima fase con il Fossacesia, in cui non siamo stati noi stessi, il colpo preso ci ha fatto svegliare: infatti le vittorie arrivate da lì in avanti ci hanno dato la forza di ottenere la qualificazione alla fase d'élite.

In questa stagione avete entrambi esordito con la nostra juniores d'élite. Com'è giocare con i più grandi? Che differenze ci sono?
Francesco Turdò. Sicuramente giocando con i più grandi si impara sempre qualcosa di utile per il nostro cammino e devo ringraziare i mister Gizzarelli e Cesario per avermi dato questa opportunità. Principalmente non ho notato grandi differenze, forse solo nel fatto della prevalenza fisica che però non è molto determinante come accade nelle categorie minori.
Samuele Scafetta. Giocare con i più grandi è sempre stata una grande emozione che mi ha anche permesso di crescere personalmente: sperimentarsi con avversari spesso più forti, insieme al fatto di avere in quei momenti compagni più grandi, mi trasmette grande tranquillità che nella maggior parte dei casi mi ha fatto rendere meglio. La differenza si nota molto di più in queste categorie, nelle quali la tattica è importante e difficilmente si trovano squadre non preparate anche dal punto di vista fisico. A livello personale non ho riscontrato grandi differenze, perché a livello fisico non ho mai sofferto avversari più forti e veloci.

Francesco, quest'anno hai griffato un paio di gol molto preziosi con gli allievi regionali: ce li racconti entrambi e ci dici quale preferisci? Ricordo bene la tua rete che ha sbloccato il risultato nel 3-0 casalingo contro l'Atessa Mario Tano, nella gara decisiva per ottenere la qualificazione alla fase d'élite: quanto è stato cruciale segnare in quel momento?
Francesco Turdò. Segnare la prima rete con questa maglia contro la Val di Sangro è stata un'emozione unica. Per quanto riguarda il gol contro l'Atessa Mario Tano, devo ringraziare il mio compagno Alfonso Fitti che mi ha servito alla perfezione il pallone, segnare in quel momento è stata come una liberazione, anche se secondo me la squadra stava comunque facendo molto bene.

Samuele, la tua migliore stagione con la nostra maglia è stata quella del 2016-2017 (da sotto-età con i giovanissimi regionali). Quali ricordi ti sono rimasti maggiormente impressi di quel campionato e anche di quello successivo, in cui dopo il 4-0 sull'Alcyone c'è il sorpasso decisivo sulla Virtus Vasto? Pensi poi che in alcuni periodi, soprattutto di recente (nelle ultime due annate), avresti potuto dare di più?
Samuele Scafetta. Sicuramente la stagione 2016-2017 è stata bellissima e ricca di soddisfazioni personali: non mi aspettavo di giocare da titolare, ma già dalla seconda giornata ho cominciato a fare presenze grazie soprattutto alla fiducia del mister Maurizio Baiocco. Per quanto riguarda l'anno successivo, la partita del sorpasso è stata impegnativa nella preparazione durante la settimana, sapevamo di dover fare il nostro senza dover pensare al risultato della Virtus Vasto: fortunatamente noi non abbiamo sbagliato di una virgola, mentre dall'altra parte ci sono stati degli errori che ci hanno permesso di esultare doppiamente. Sulle ultime due annate, posso solo dire che, non essendo un ragazzo di molte parole, non ho mai detto la verità su quello che ho passato a livello fisico e di infortuni: soltanto dopo due stagioni abbondanti sono riuscito a riprendere senza problemi, anche se sicuramente quel tempo perso ha causato in me tanta paura e insicurezza, per questo mi pento di quanto fatto nella stagione appena conclusa.

Quali sono le caratteristiche principali del vostro compagno di quest'intervista? Cosa apprezzate di più del vostro compagno a livello calcistico?
Francesco Turdò. Purtroppo Samuele per un periodo non è stato presente, ma la caratteristica che ammiro di più è la sua grinta, che esprime sia in allenamento sia in partita.
Samuele Scafetta. Francesco ha un grande dribbling, è molto agile ed è migliorato tanto a livello fisico perché comunque non era abituato ai ritmi del campionato regionale: ha aumentato la sua resistenza combinata a una buona accelerazione, senza trascurare il sinistro che ha, uno dei suoi maggiori punti di forza.

Qual è il ruolo in cui vi trovate meglio? Perché?
Francesco Turdò. Il ruolo nel quale mi trovo meglio è l'ala destra, da cui preferisco accentrarmi oppure cercare il fondo.
Samuele Scafetta. Ho giocato davvero in ogni ruolo del campo, tranne in porta: sono un terzino per tutti gli allenatori che ho avuto, in quanto il mio sinistro mi ha permesso di stanziarmi quasi sempre con facilità sulla fascia, ma spesso a gara in corso sono stato spostato più avanti come ala, così come in un paio di occasioni è stato divertente giocare anche da centrocampista o da centrale difensivo. Sono a disposizione del mister per qualsiasi posizione in campo: sicuramente nel ruolo di terzino più allenatori mi hanno visto pronto per interpretare il ruolo, e anch'io mi ritengo adatto per questo.

Qual è il vostro punto di forza? E in quale aspetto, invece, secondo voi dovete migliorare?
Francesco Turdò. Il mio punto di forza credo sia il dribbling, mentre dovrei assolutamente migliorare nella continuità.
Samuele Scafetta. La mia caratteristica migliore è il fisico, in quanto sono sempre stato forte a livello muscolare, abbinando questo a un'ottima esplosività e velocità nel lungo. Penso di dover migliorare in tutto e di essere solo al minimo del mio potenziale: vorrei imparare a gestire la pressione e avere più sicurezza in me stesso senza abbattermi, cose che purtroppo mi accadono spesso, ma questa lontananza mi ha fatto capire molte cose.

Di quale squadra di serie A siete tifosi? Quale calciatore ammirate di più?
Francesco Turdò. Sono tifoso della Juventus, mentre i calciatori che ammiro sono Neymar e Douglas Costa, perché quando hanno la palla al piede danno l'impressione di divertirsi molto nel giocare a calcio.
Samuele Scafetta. Sono tifoso della Roma da quando sono nato e difendo questi colori contro tutto. Per me non c'è un solo giocatore da ammirare, ma ci sono dei calciatori dai quali vorrei prendere delle caratteristiche: molti miei compagni mi chiamano Kolarov probabilmente per il sinistro e per la posizione che ricopro in campo, credo di rivedermi in lui anche per altri aspetti. Poi apprezzo De Rossi e Nainggolan per il loro carattere, quest'ultimo anche per la grande qualità e quantità, è un centrocampista completo e tra i più sottovalutati al mondo.

Quale partita, per le emozioni o per l'importanza, ricordate con maggior piacere con la nostra maglia? E perchè?
Francesco Turdò. La partita di quest'anno che ricordo con più emozione, e anche con qualche rimpianto, è il 3-3 contro la Curi Pescara: prima della partita c’era un po’ di scetticismo, ma poi credo che la squadra abbia dato il meglio di sé. Il mio rimpianto è che in quella partita non sono entrato con il carattere giusto, purtroppo nella rete avversaria del 3-3 non ero concentrato al 100%, però rimane sempre il fatto che la squadra ha giocato una grandissima partita.
Samuele Scafetta. Ricordo quasi tutte le partite giocate con questa maglia, ma quelle indelebili sono senza dubbio i derby, con le voci che giravano già dai giorni precedenti e con gli "sfottò" che seguivano nei giorni successivi: in uno di questi, il primo per me in casa, ho anche segnato su punizione nella categoria esordienti. Anche le partite contro i top team non si possono dimenticare, per esempio con le grandi di Pescara o con il River Chieti: ogni trasferta era una battaglia.

Intervista realizzata da Loris Napoletano