PAROLA A..: MARCO GIARDINO E NICOLO' ROBERTI

16-05-2020 13:12 -

Ventesima puntata per la nostra rubrica "Parola a..", in cui intervistiamo i tanti ragazzi del settore giovanile della Bacigalupo Vasto Marina. Tocca ai due portieri classe 2005, Marco Giardino e Nicolò Roberti: Marco è arrivato nella nostra società nel 2016, Nicolò nel 2017. I due hanno difeso i pali della squadra che nella passata stagione ha vinto il titolo regionale under 14, ottenendo uno splendido trionfo e confermandosi poi a buoni livelli anche nell'annata in corso. Andiamoli a conoscere meglio.

Ciao ragazzi! A causa del Coronavirus, stiamo tutti attraversando un periodo molto particolare. Come lo state trascorrendo e quali attività svolgete nell'arco della giornata? Quanto vi mancano il calcio, la squadra e i vostri compagni?
Marco Giardino. Io passo le mie giornate svolgendo le lezioni online e facendo lunghe pedalate in bici. La cosa che mi manca di più è divertirmi con i miei compagni all'allenamento e vincere le partite.
Nicolò Roberti. Riempio la mia giornata studiando, giocando con i videogiochi o allenandomi. Il calcio mi manca tanto, forse pure troppo, e anche la squadra e i compagni mancano parecchio.

Siete entrambi portieri. Quando e come è nata la vostra passione per questo ruolo di grande responsabilità?
Marco Giardino. La mia passione è nata circa 6 anni fa, mentre stavo facendo una partita a beach soccer con i miei amici: in quell'occasione mi avevano fatto stare in porta, da lì ho capito che era un ruolo che mi piaceva molto e che non l'avrei mai abbandonato.
Nicolò Roberti. Fin da piccolo mi piaceva l'idea di tuffarmi per raccogliere un pallone: in seguito, dato che a nessuna delle persone con cui giocavo a calcio piaceva stare in porta, andavo tra i pali sempre io, arrivando al punto che mi ci sono affezionato.

Massimo Marconato, con la sua esperienza e le sue qualità, è sicuramente una persona fondamentale per voi. Quanto è stato cruciale poter migliorare con un "numero uno" come lui? Cosa vi ha colpito di più dei suoi insegnamenti?
Marco Giardino. Mister Marconato per me è un punto di riferimento sia come allenatore sportivo sia anche come allenatore di vita, avere un mister come lui è un privilegio.
Nicolò Roberti. Di sicuro allenarsi con Marconato è stata ed è una bella esperienza. La cosa che mi ha colpito di più è come riesca ad incastrare perfettamente, durante gli allenamenti, il lavoro e il sacrificio con il divertimento.

Siete arrivati nella nostra società da alcuni anni (Marco nel 2016 e Nicolò nel 2017), integrandovi in maniera veloce. Come vi siete trovati in questo ambiente?
Marco Giardino. Fin da subito mi sono trovato molto bene con i compagni e con gli allenatori: essendo stata la mia prima società, devo dire che per me è come una famiglia.
Nicolò Roberti. Mi sono trovato bene fin dall'inizio sia con la società sia con i compagni, anche se durante le prime partite avevo molta insicurezza, considerando la nuova esperienza di giocare in un campo in terra.

Parliamo un po' del trionfo della passata stagione, con la splendida vittoria del titolo under 14. Credevate fin dall'inizio di potercela fare o le qualità della squadra sono venute fuori gradualmente?
Marco Giardino. Sapevamo tutti dall'inizio che eravamo tra le squadre candidate a vincere, ma io personalmente nella prima fase non avevo mai pensato che avremmo raggiunto quel traguardo.
Nicolò Roberti. Sinceramente non avrei mai pensato di vincere il campionato, devo dire che le qualità della squadra sono venute fuori gradualmente.

Secondo voi, in quale partita c'è stata la spinta decisiva per il titolo?
Marco Giardino. Secondo me, è stato molto importante il pareggio fuori casa contro i Biancorossi Teramo, in cui abbiamo trovato il 2-2 all'ultimo minuto.
Nicolò Roberti. Secondo me, la vittoria decisiva è stata quella per 3-2 in casa contro il River.

Arriviamo all'ultima giornata contro la Gladius, un'altalena di emozioni. Ci raccontate le vostre? Com'è stato andare in vantaggio, venire rimontati ed essere sotto 3-1, e infine raggiungere il 3-3 nei minuti di recupero? Cosa avete pensato prima del rigore decisivo trasformato da Larivera?
Marco Giardino. Il mister mi ha fatto entrare poco dopo l'intervallo e nel corso del secondo tempo siamo andati sotto per 3-1: io ero distrutto, ma nel momento in cui Larivera ha segnato il primo rigore ho pensato che la gara si poteva ancora recuperare. Quando poi negli ultimi secondi l'arbitro ha fischiato il secondo rigore, io non ci credevo: sono andato vicino a Claudio Vespasiano e ci siamo entrambi girati verso i genitori, esultando insieme a loro quando il pallone è entrato in rete.
Nicolò Roberti. Quando ci hanno rimontato ero frustrato: ma poi, quando Larivera stava per calciare il secondo rigore, ero sicuro che non l'avrebbe sbagliato.

Dovendo fare una scelta, qual è la parata più bella che avete fatto con la nostra maglia?
Marco Giardino. La parata più sensazionale l'ho fatta l'anno scorso nella seconda fase dei giovanissimi sperimentali: ho blindato il nostro vantaggio nella vittoria per 2-1 in casa contro la Virtus Ortona, deviando sulla traversa un forte tiro dell'attaccante avversario.
Nicolò Roberti. Per me la parata più bella è stata quella sul rigore in trasferta contro la Virtus Lanciano, nella gara giocata quest'anno e terminata 1-1.

C'è una gara in cui vi siete sentiti insuperabili e che, quindi, ricordate con maggior piacere? In quale partita, invece, potevate far meglio?
Marco Giardino. La gara in cui mi sono sentito più a mio agio è stata sempre l'anno scorso nella seconda fase dei giovanissimi sperimentali, nella trasferta vinta per 2-1 a Ortona; mentre, per il resto, in ogni partita c'è sempre qualcosa da migliorare.
Nicolò Roberti. Quest'anno, durante la partita contro gli Aquilotti San Salvo vinta 5-2, mi sono sentito insuperabile; mentre nella gara pareggiata per 1-1 contro la R.C. Angolana potevo fare sicuramente di più.

Di quale squadra di serie A siete tifosi? Quale calciatore ammirate di più?
Marco Giardino. La squadra di serie A di cui sono tifoso è il Milan; i portieri a cui mi ispiro sono Kepa del Chelsea e Pickford dell'Everton.
Nicolò Roberti. Anche se gioco a calcio, non ho una squadra preferita e nemmeno un giocatore preferito dal quale prendere esempio.

Qual è il vostro punto di forza? E in quale aspetto, invece, secondo voi dovete migliorare?
Marco Giardino. I miei punti di forza credo siano la voglia di imparare e la reattività, mentre i miei punti deboli sono l'altezza e l'ansia da prestazione.
Nicolò Roberti. Il mio punto di forza non so bene quale sia; di sicuro però posso dire che devo migliorare, anche urgentemente, sulle uscite.

Quale partita, per le emozioni o per l'importanza, ricordate con maggior piacere con la nostra maglia? E perchè?
Marco Giardino. Ovviamente non dimenticherò mai il 3-3 contro la Gladius, è una partita che porterò sempre nel cuore perchè ha rappresentato il mio primo trofeo vinto in carriera.
Nicolò Roberti. Non ho dubbi, di sicuro la gara con la Gladius, nella quale penso di aver provato le emozioni più forti durante una partita di calcio.

Intervista realizzata da Loris Napoletano